About Me
Da decenni raccolgo libri, saggi, autobiografie e biografie delle vite dei più eccellenti architetti contemporanei, che custodisco gelosamente.
Tante volte sfogliandone le pagine, carezzandole, ho abbracciato il concetto dell’architettura come un racconto, la narrazione di un modo di “ascoltare un luogo”, di trovare l’emozione dal silenzio di quel vuoto, fino al suo agire. L’architettura è per me un gioco visivo e di sensi fra il vuoto e il pieno, un sorprendente equilibrio tra simmetrie e geometrie pure in un diagramma di linee semplici e ordinate.
Amo progettare “luoghi” in cui l’uomo poeticamente dimora. Organizzare lo spazio definito in cui vive l’uomo, approfondire le sue occorrenze biologiche in armonia con l’espansione che la mente e il corpo possono realizzare in quel luogo, volgendo lo sguardo prima alla “Staticità”, poi alla “Funzionalità” e successivamente alla “Grazia e Bellezza”. Lo sguardo poi si apre sullo spazio aperto: “quel paesaggio” che diventa rifugio smarrendo i suoi confini ad abbracciare la dimora interna.
Lo spazio aperto diventa una “casa allargata” in un continuum che la rende “CASA”, che deve innanzi tutto stare in piedi, deve avere una funzione di destinazione, deve essere “BELLA”.
Concepisco “la casa” in un dialogo vivifico tra interno ed esterno dove anche le piante si emozionano come esseri dimoranti, sessili, senzienti, intelligenti e pensanti, dove il colore e la forma coincidono con aromi e fragranze attraverso i cinque sensi. Le piante hanno il grande potere di cambiare l’umore.
Nella teoria dell’EINFUHIUNG, il “sentire dentro”, il “mettersi nei panni dell’altro”, realizza la piena sintonia con lo stato d’animo “altrui”, necessaria alla progettazione dei luoghi che si traduce in armonia e capacità di afferrare anche le sfumature più nascoste: i sentimenti, le emozioni, l’anima.
L’empatia diviene, allora, il cuore del processo evolutivo del progetto, lo spazio e il tempo di chi vive in quel luogo, restituendo l’identità alla casa attraverso le varianti della “materia” con cui può connotarsi la sua poeticità. La materia, infatti, sia essa pietra o legno o ferro o vetro o acciaio o cemento etc…, resta la costituente di tutti i corpi, mentre il dettaglio viene catturato nel “tocco di luce”.
È il “gradiente di luce” a vestire l’essere nella sua dimora, utilizzato dove serve … o per emozionare, unicamente a servizio dell’ostinazione dell’ “eleganza” in me, come segno di distinzione, discrezione, classe, stile, finezza e armonia.
L’eleganza oltre il design è la complessa semplicità di un dettaglio che definisce uno stile di vita.
La Casa è un divenire, prende forma diventando unica, singolare, irripetibile, “Senza tempo”
Il leitmotiv è naturalmente votato alla bellezza, cioè ricercato nella sintesi, nella chiarezza della semplicità, nel togliere anziché aggiungere, nell’ordine visivo di ogni linea, di ogni volume, di ogni geometria elementare, di ogni apertura, dunque, di ogni essenzialità.
Materia, Luce, Eleganza assumono, così, le sembianze di un delicato ricamo, in un perfetto intreccio che anima la “Casa senza tempo” che amo progettare.
A mio figlio Ettore
Floriana Urbano